La convinzione del giornalista, già resa nota lo scorso anno, aveva provocato la replica piccata dell’alpinista altoatesino: “Quel giorno – aveva dichiarato – ho scalato una parete di 4.000 metri e sono uscito sulla cresta della vetta, perché è lì che si giunge in cima. C’è poi da aggiungere che: in 50 anni le cose cambiano. Le vette di queste montagne sono costituite perlopiù da neve e ghiaccio, che hanno subito delle modifiche. Lassù non c’è nessuna croce o segnale del punto esatto, pertanto, dire che la vetta è cinque o dieci metri più a lato è ridicolo”.