Il mercato degli smartphone arranca, con dispositivi ormai poco innovativi rispetto al passato e sui quali, in ogni caso, passiamo molto, anzi, forse troppo tempo. Uno status quo che Humane, azienda fondata da due ex dipendenti Apple, vuole superare con Pin AI, una sorta di spilla ipertecnologica senza display ma con dentro l’intelligenza artificiale di ChatGPT. All’interno di questa piccola scatolina c’è un concentrato di tecnologie miniaturizzate: microfoni, fotocamere, persino un mini proiettore che fa comparire informazioni sul palmo della mano. Non c’è bisogno infatti di tastiere, fisiche o virtuali, perché tutto si fa a gesti e soprattutto con la voce. Nei 4 centimetri per lato di Pin AI c’è infatti anche una connessione a internet, così da rendere indipendente il dispositivo. E soprattutto batte il cuore dei chatbot come ChatGPT, in grado di rispondere a qualsiasi richiesta. Come inviare un messaggio, chiedergli di farci un riassunto della nostra giornata, con gli appuntamenti in agenda e i messaggi che ci siamo persi, o di analizzare ciò che abbiamo davanti e dirci, ad esempio, quanti zuccheri contiene il frutto che abbiamo in mano. E ancora, tradurre in tempo reale conversazioni con altre persone, senza rompere il contatto visivo. Con PIN AI si possono anche fare telefonate e ascoltare musica, senza disturbare chi ci sta attorno, grazie a un altoparlante in grado di creare una “bolla” sonora direzionata verso le nostre orecchie. L’idea, in generale, è quella di una tecnologia poco intrusiva, che ci consenta di vivere la quotidianità senza isolarci, magari con gli occhi incollati allo schermo. Non senza timori per la privacy: i produttori hanno pensato a un led che a seconda del colore, quasi come un semaforo, informerà chi ci sta attorno se stiamo usando la fotocamera o il microfono. Un po’ pochino, considerato il grado di invasività di un dispositivo così piccolo e minimale da diventare quasi invisibile.

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