Riassumendo: ci sono due signori, entrambi maschi e bianchi, che da settimane si provocano a distanza. 
Si sfidano a un combattimento corpo a corpo, senza risparmiare frasi che sarebbero facilmente etichettate come discutibile esibizione di virilità se pronunciate da due adolescenti all’uscita da scuola. Le provocazioni verbali si fanno via via più concrete e dettagliate, tanto che c’è una possibile data – il 26 agosto – e una possibile modalità di svolgimento – l’MMA (in italiano arti marziali miste, che si combattono in una gabbia). 
E infine, questa è l’ultima notizia, un possibile canale video streaming affinché il mondo possa assistere e fare il tifo.

Salvo che i due signori non sono adolescenti né persone qualunque, bensì adulti e miliardari di chiara fama.

Uno è Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato di 240,7 miliardi di dollari (secondo Forbes), nonché fondatore, amministratore delegato e direttore tecnico di SpaceX, amministratore delegato e product architect di Tesla, proprietario e presidente di Twitter – pardon, il nome l’ha cambiato appena pochi giorni fa, ora si chiama X.

L’altro è Mark Zuckerberg, presidente e amministratore delegato di Meta, la società che controlla Facebook, Instagram, Whatsapp e altro. Con un patrimonio stimato di 104,3 miliardi di dollari (sempre Forbes), è l’ottavo uomo più ricco al mondo.

I due non si sono mai molto amati, oltre a essere rivali sul lucroso mercato dei social network. Anzi si scontrano da tempo a distanza ostentando visioni decisamente divergenti del mondo, dalla politica alle idee sugli sviluppi tecnologici del futuro. A peggiorare ulteriormente i rapporti c’è stato il lancio da parte di Meta di una piattaforma che fa concorrenza diretta a X, traumatizzata nel frattempo dalla spregiudicata gestione Musk: si chiama Threads e in pochi giorni si è guadagnata 120 milioni di utenti.

La faccenda del corpo a corpo è iniziata il 22 giugno scorso, quando Musk scrisse su Twitter – si chiamava ancora così – di essere “pronto a un combattimento nella gabbia, se lui se la sente”. Quel “lui” era appunto riferito a Zuckerberg, che rispose di essere pronto in qualsiasi momento – del resto è nota la sua passione per le arti marziali, alle quali si allena quotidianamente. Ne è seguito un ricco e variopinto flusso di conferme, confutazioni, commenti e voci di non sempre sicura affidabilità – inclusa l’ipotesi invero ardita di usare il Colosseo come scenario per l’incontro, tanto da costringere il governo italiano a una smentita.

L’ultimo episodio è di poche ore fa, con un nuovo annuncio da parte di Musk: l’incontro sarà trasmesso sulla sua X-video e il ricavo sarà devoluto in beneficenza a organizzazioni che aiutano i veterani di guerra. Zuckerberg ha risposto con vena polemica neanche troppo sottile: “Non dovremmo usare una piattaforma più affidabile?“. E poi però ancora: “Sono pronto anche oggi. Avevo proposto il 26 agosto ma non mi ha mai risposto”.

Insomma: la sfida per l’egemonia nel mercato dei social potrebbe presto diventare un’assai più fisica sfida sul ring. O anche no, come nella sempre fluida realtà delle provocazioni tra adolescenti, miliardari o meno. Intrattenimento e pubblicità, comunque, non mancheranno.
 

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