“Per non dire che loro non ci avevano capito molto, o che avevano fatto inutile terrorismo psicologico per spaventare i cittadini, dicono che sono io a essere diversa. Ma poi si incartano e, sullo stesso quotidiano, un giorno ti definiscono ‘draghiana’ e quello dopo ‘mussoliniana’. È molto divertente. Quello che non hanno capito è che io sarò sempre e solo me stessa”, è uno stralcio del libro-intervista a Giorgia Meloni di Alessandro Sallusti. Sono trascorsi pochi mesi dall’insediamento del governo Meloni quando, durante uno scambio di auguri, una battuta prende una piega inaspettata. È il racconto della casa editrice, che in una nota cita testualmente lo scambio amichevole tra il giornalista e la premier: “Peccato che un presidente del Consiglio in carica non possa pensare di scrivere un libro per raccontare i suoi progetti”. “E perché non può farlo?” risponde Meloni. “Non lo so esattamente, ma ci sarà un motivo se nessuno l’ha mai fatto”, rinnova Sallusti spiazzato dalla replica: “Dovresti sapere che fare quello che hanno fatto tutti gli altri non è esattamente la mia specialità”. Nasce così “La versione di Giorgia”.

Rizzoli

La copertina del libro “La versione di Giorgia”

“Non ho mai scimmiottato un altro modello, né presente né passato. Faccio quello che considero giusto e basta. Ancora più divertente è leggere quelli che, detestandoti palesemente, ti danno ogni giorno consigli su quello che dovresti fare, su chi dovresti essere, su cosa dovresti dire, perfino sulle persone delle quali dovresti avvalerti”, si legge nell’anticipazione della conversazione appassionata avuta tra le mura di Palazzo Chigi. “Ho fatto riverniciare le pareti di grigio perla”, confida Meloni al suo interlocutore rottamando, in linea con la sobrietà del nostro tempo, la tappezzeria damascata color oro. In questo ambiente così “freddo” secondo Sallusti, “di passaggio e meno solenne delle Camere e della residenza del Capo dello Stato” a detta di Meloni, e dove bisogna tenere le finestre chiuse per non rischiare “un enfisema in pochi mesi per lo smog” citando l’ultimo consiglio di Draghi alla nuova inquilina, un tè caldo restituisce calore. Sallusti ammette di sentirsi a suo agio, almeno più di quanto non lo sia quando gli tocca frequentare i potenti, la premier si toglie le scarpe e si accovaccia sul salottino del suo studio: il registratore è avviato e sul taccuino il giornalista annota la versione dell’Italia secondo la premier classe 77.

Giorgia Meloni a Palazzo Chigi ansa

Giorgia Meloni a Palazzo Chigi

Il libro “La versione di Giorgia” è uno sguardo al presente e al futuro, a cominciare dalla guerra in Ucraina passando inevitabilmente per la crisi energetica e la transizione ecologica, un viaggio attraverso i temi economici, le crisi e il debito, nonché il Superbonus oggetto di contestazione la cui ‘eliminazione’ trova sponda anche dal commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni dopo l’aspro confronto sul ‘Patto di stabilità’ e il caso ‘Ita-Lufthansa’. Tra le pagine non manca l’Europa. In particolare la premier apprezza la presidente della commissione europea “Ursula von der Leyen sa ascoltare, non è difficile collaborare con lei. Poi certo tenere tutto insieme non deve essere facile” e bacchetta l’Europarlamento, ora in carica, nello specifico si rivolge all’alleanza tra popolari, socialisti e liberali di centrosinistra identificandoli in un esecutivo di “larghissime intese” che potrebbe produrre “politiche prive di visione” lasciando così spazio “alla burocrazia e ai famigerati euroburocrati”.

Meloni in visita ufficiale in Tunisia Consiglio dei Ministri

Meloni in visita ufficiale in Tunisia

Nel libro trova spazio il ‘Piano Mattei’, la speranza di portare opportunità e sviluppo in Medio Oriente e in Africa, ma anche la riforma costituzionale e una revisione dell’autonomia. “È fondamentale – dice Meloni a Sallusti – che gli italiani vedano un governo che, per carità, ha i suoi limiti e difficoltà, magari fa perfino degli errori. Ma ce la mette tutta, in buona fede, con umiltà e amore. Un governo che non ha amici da piazzare, lobby da compiacere, potenti da ripagare. Che non guarda in faccia a nessuno, che non intende fregarti, che ha il coraggio di dirti anche quello che non si può fare in un dato momento o contesto”. 

Dopo la débâcle del governo Renzi, l’allora premier che sulla riforma costituzionale ci aveva messo la faccia, Meloni non intende trasformare il referendum sulla costituzione in una specie di giudizio sul suo operato né su quello del suo governo. “Io mi limiterò a spiegare ai cittadini come può migliorare il futuro della nazione e gli italiani decideranno cosa sia meglio per loro indipendentemente da me”, dice accompagnando con degli esempi: “Vuoi decidere tu chi debba governare? Vuoi che quel qualcuno che hai scelto per governare abbia cinque anni per farlo?”.

Quanto all’Autonomia, Meloni respinge le accuse “di voler spaccare l’Italia”. “Non scherziamo – sottolinea -, l’unità nazionale non è in discussione, ma questo non vuol dire che tutte le regioni d’Italia abbiano gli stessi problemi, le stesse necessità e le stesse ambizioni. Semmai è l’inverso: soffocare aspirazioni legittime può provocare l’effetto opposto, cioè dare fiato in modo scomposto a istanze pericolosamente separatiste. Lo Stato deve essere percepito come un valore, non come una gabbia”.

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