Musicisti da tutto il mondo nella più sacra delle isole greche; un cenacolo composto da alcuni dei migliori cameristi del globo. Queste le premesse della seconda edizione del Patmos Chamber Music Festival, libero percorso d’arte in uno dei luoghi più iconici di pellegrinaggio dell’antico Cristianesimo, nonché meta dagli anni ’60 della migliore intellighenzia europea.
Patmos è sin dall’antichità una delle poche isole greche ininterrottamente abitate, luogo di pellegrinaggio cristiano per il Monastero di San Giovanni e la Grotta dell’Apocalisse, dove si dice sia stato scritto il Vangelo di Giovanni, e sede unica dell’originario rito protocristiano. Dall’anno scorso quest’isola è divenuta anche luogo di ritrovo di una piccola koinè composta da alcuni dei migliori e più stimati musicisti del concertismo mondiale.
L’idea è nata a due italiani che dell’arte hanno fatto la loro vita: il pianista e divulgatore Roberto Prosseda, colonna del festival insieme alla moglie Alessandra Ammara, e Massimo Fino, fondatore in Toscana di Piano&OperaBarga, uno dei festival più sofisticati del panorama europeo. Il festival vive della liberalità dei suoi ospiti e del supporto della municipalità di Patmos, ma è inevitabilmente destinato, grazie alla sua unicità, a divenire un importante luogo d’incontro di intelligenze e culture negli anni a venire, nuovo gioiello di un’isola il cui rigore ha affascinato da sempre i più sofisticati Wanderer di tutt’Europa. Tra i sostenitori, l’Ambasciata Italiana in Grecia e il Ministero della Cultura Greco.
Cinque giorni e cinque concerti serali nei luoghi più raccolti dei piccoli borghi dell’isola danno vita alla seconda edizione del Patmos Chamber Music Festival dal 23 al 27 agosto.
Inaugurazione mercoledì 23 agosto nella Piazza Panagia Diasozousa di Chora con il Quintetto con clarinetto K581 in la maggiore di Mozart e il Quartetto n. 12 in fa maggiore “Americano” di Dvořák; sul palco, il Quartetto Adorno e Alessandro Carbonare, primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Giovedì, nella Scuola antica dello stesso borgo verranno eseguiti il Trio op. 11 di Beethoven (Alessandro Carbonare clarinetto, Christophe Coin violoncello, Roberto Prosseda, pianoforte), il Trio op. 49 di Mendelssohn (Silvia Careddu flauto, Cristophe Coin violoncello, Roberto Prosseda pianoforte), la Fantasiestucke op. 73 di Schumann (Christophe Coin violoncello, Alessandra Ammara pianoforte) e il Trio op.8 di Brahms (Anush Nikogosyan violino, Jing Zhao violoncello, Alessandra Ammara pianoforte). Stesso luogo per il concerto di venerdì 25, quando saranno proposti i Vier Lieder ohne Worte di Mendelssohn (Silvia Careddu flauto, Maya Oganyan pianoforte), il Trio op. 63 di Weber (Silvia Careddu flauto, Christophe Coin violoncello, Roberto Prosseda, pianoforte), il duo di Glass (Michael Gutman violin, Jing Zhao violoncello) e il Trio n. 2 di Shostakovich (Michael Guttman violino, Jing Zhao violoncello, Alessandra Ammara pianoforte).
Sabato 26, al Centro culturale gli “East-West Dialogues” con musiche di compositori armeni – Gurdjeff, Bagdasaryan, Khachaturian, Mansurian – suonate da musicisti armeni, quali la violinista Anush Nikogosyan e la pianista Maya Oganyan. In programma anche la versione per flauto e pianoforte del Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy (Silvia Careddu e Alessandra Ammara), la Danza dei dittatori del greco canadese Hatzis e la prima mondiale di A Beautiful Love del bolognese Matteo Rubini eseguite dal mezzosoprano Angelica Cathariou, accompagnata da Roberto Prosseda.
Gran finale domenica 27 nella medesima location, con il Quintetto per pianoforte e archi n. 2 di Dvořák e il Concerto per violino, pianoforte e archi in fa minore di Mendelssohn, sul palco il Quartetto Adorno, la violinista Anush Nikogosyan e i pianisti Maya Oganyan e Roberto Prosseda.