Sulla misura – varata dal Governo Conte nella precedente legislatura – soffia il vento delle polemiche, e delle preoccupazioni delle associazioni di settore, sulle ricadute economiche che lo stop al cosiddetto Superbonus edilizio – stop annunciato da tempo ma che ora diventerà effettivo – potrebbero comportare.

Al via a Palazzo Chigi l’incontro del governo con i rappresentanti di Abi, Cdp e Sace, per un confronto sulle norme che bloccano la cessione dei crediti dei bonus edilizia. In rappresentanza dell’esecutivo, ci sono il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano e i ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso e Gilberto Pichetto Fratin.

Subito dopo seguirà una riunione con tutte le categorie interessate: Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza cooperative italiane, Cna e Confartigianato. 

(Ansa)

veduta esterna di Palazzo Chigi

L’apertura dell’esecutivo ad un confronto con le categorie interessate punta a trovare la quadra su una modifica al testo del decreto, chiesta a gran voce anche all’interno della stessa compagine governativa. Con Fratelli d’Italia che difende le scelte fatte e lancia l’ipotesi di “cartolarizzare i crediti” come base di partenza del confronto, FI e IV che si sono dette pronte alle barricate “per tutelare famiglie e imprese”, e le opposizioni all’attacco.

Nella maggioranza si cerca tuttavia un compromesso che renda più fluido il passaggio alle Camere del Decreto, ed è stato lo stesso Tommaso Foti – capogruppo Fdi alla Camera – ad introdurre per primo l’ipotesi di una cartolarizzazione dei crediti ceduti, come base di confronto con le parti interessate che confluiranno nel tavolo disposto dal Governo: “Non possiamo mettere a rischio i conti pubblici ma siamo pronti a modifiche”, ha dichiarato. 

“Era indispensabile approvare in consiglio dei ministri quella decisione. Perché con le nuove regole di Eurostat c’era il rischio che i conti pubblici saltassero e il governo ha la responsabilità di impedire questo”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Monaco, rispondendo a una domanda sul superbonus. “Ora lavoriamo in Parlamento in modo da migliorare il testo”, ha aggiunto sottolineando che “in parlamento si può cercare di trovare qualche soluzione per agevolare famiglie e imprese”. 

 

Superbonus edilizio EP

Superbonus edilizio

Il punto della “messa in sicurezza dei conti pubblici”
“Tutti possiamo dire che il provvedimento può essere migliorato – aveva detto il capogruppo FdI, ospite nella trasmissione Agorà, su Raitre – non possiamo mettere a rischio i conti pubblici. Certo che siamo pronti a modifiche”.

Cosa significa “Cartolizzazione dei crediti”
Secondo quanto viene spiegato, si tratta di un’operazione che comporterebbe che i crediti accumulati (attraverso operazioni di ristrutturazione edilizia),  
finalizzati a migliorare la resa energetica e la stabilità degli immobili, vengano “impacchettati” in un prodotto finanziario. Prodotto che verrebbe poi collocato sul mercato attraverso una società veicolo (costituita ai sensi della normativa italiana sulla cartolarizzazione di crediti). 
In questo modo si farebbe fronte alla crisi di liquidità (che lo stop al Superbonus potrebbe contribuire a creare), superando gli ostacoli emersi negli ultimi mesi a fronte di una situazione che ha mandato in tilt gli operatori del settore.

Ministero dell'Economia e Finanze (Contrasto)

Ministero dell’Economia e Finanze

Cgia, una spesa per lo stato di 71,7 miliardi di euro
Secondo una stima della Cgia di Mestre pubblicata ieri, il superbonus ha generato 372.303 “asseverazioni”, depositate entro il 31 gennaio scorso, e lo Stato, con il cosiddetto 110%, dovrà farsi carico di una spesa di 71,7 miliardi di euro. Su quasi 12,2 milioni di edifici residenziali, questa misura ha interessato solo il 3,1% degli immobili ad uso abitativo. “Con il decreto del governo approvato l’altro ieri non è stata trovata una soluzione per le tante aziende e famiglie che sono in possesso di una massa di crediti fiscali importanti e non più esigibili”, così in un comunicato dell’associazione veneta.

Parlamento Ue a Bruxelles AP/LaPresse

Parlamento Ue a Bruxelles

Il parere cruciale di Eurostat
C’e’ intanto attesa anche per il parere definitivo di Eurostat – Ufficio statistico dell’Unione europea – che serve a stabilire se i crediti di imposta, attualmente nei  cosiddetti “cassetti fiscali”, una volta sbloccati e assorbiti dal sistema bancario, potranno essere conteggiati nel deficit del 2022 o invece, nel disavanzo del 2023.

La differenza potrebbe essere cruciale: contabilizzare i crediti di imposta nei conti dello scorso anno garantisce al governo – come dichiarato anche dallo stesso ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti – di non “rinunciare al rinnovo di qualunque misura sociale” nel corso del 2023. In caso contrario l’esecutivo rischierebbe di avere le mani legate per il resto dell’anno in un settore nel centrale per il programma di Governo. Un “parere”, quello di Eurostat, che arriverà nei prossimi giorni.
 

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