La tradizione della sfilata di carri (dapprima calessi) a Viareggio risale al 1873 e vuole che l’idea di una sfilata il giorno di martedì grasso del 1873 sia nata ai tavoli del Caffè del Casinò, inaugurato quarant’anni prima. Sul finire del secolo, comparvero i carri trionfali, veri e propri monumenti, costruiti in legno, scagliola e juta, modellati da scultori e messi insieme da carpentieri e fabbri che, in Darsena, sugli scali dei cantieri navali, sapevano creare straordinarie imbarcazioni. La prima guerra mondiale indusse a una pausa bellica che durò sei anni. La manifestazione riprese nel 1921 e i carri sfilarono sui due Viali a mare. Nel 1921 si cantò la prima canzone ufficiale, nota come la ‘’Coppa di Champagne”, attuale inno del Carnevale, composta dal musicista Icilio Sadun su parole di Lelio Maffei. Quell’anno per la prima volta, anche i carri si animarono a suon di musica, perché la banda trovò posto a bordo della costruzione intitolata “Le nozze di Tonin di Burio” di Guido Baroni, che rappresentava la festa nuziale nell’aia di una casa colonica. Due anni dopo il carro del Pierrot fu la prima maschera a muovere la testa e gli occhi. Nel 1925 il pittore Antonio D’Arliano inventò la tecnica della carta a calco, che da allora ha consentito costruzioni colossali. Nel 1930 Uberto Bonetti, ideò Burlamacco: la maschera simbolo di Viareggio, che, nel manifesto del 1931, apparve in compagnia di Ondina, bagnante simbolo della stagione estiva. Fin dall’inizio (1954) la neonata Rai prima, e l’Eurovisione (1958) poi, hanno consacrato la grande manifestazione, trasportando ovunque, via etere Viareggio e il Carnevale. Oggi il Carnevale di Viareggio è un evento di fama internazionale. Ogni anno si svolgono i Corsi Mascherati, ovvero le sfilate dei carri allegorici nel periodo tra la fine di gennaio e l’inizio di marzo e vi partecipano oltre centinaia di migliaia di spettatori. L’ultima sfilata quest’anno si effettuerà sabato 25 febbraio.
